Un pilastro della transizione energetica è la sostituzione dei vettori energetici di origine fossile, come gas, benzina e gasolio, con l’elettricità: si parla perciò di elettrificazione.
Poiché l’elettricità viene prodotta in misura sempre maggiore da fonti rinnovabili, la sola sostituzione di un vettore fossile con il vettore elettrico implica automaticamente una progressiva riduzione delle emissioni di CO2, oltre a un immediato azzeramento delle emissioni di inquinanti su scala locale.
Ma nella maggior parte delle circostanze, il principale vantaggio dell’elettrificazione consiste in un miglioramento complessivo dell’efficienza energetica.
E’ il caso dei veicoli elettrici e ibridi, dove il motore elettrico parte già avvantaggiato da un’efficienza superiore al motore termico, e dove la parziale o totale elettrificazione del veicolo consente di mettere in atto nuove strategie come il recupero energetico durante le frenate, che incrementano ulteriormente l’efficienza; strategie che opportunamente adattate si applicano anche a mezzi industriali quali carrelli elevatori, scavatori e gru.
Sempre in tema di efficienza energetica, un ruolo centrale è ricoperto dai convertitori elettronici che hanno reso possibile l’utilizzo da parte dell’industria di motori elettrici più flessibili e, soprattutto, molto più efficienti.
Infine, nel settore del riscaldamento, un contributo decisivo alla transizione energetica (e all’abbattimento degli inquinanti in città) viene dalle pompe di calore, grazie alle quali la produzione di acqua sanitaria e per il riscaldamento avviene senza emissioni e con un’alta efficienza, sfruttando l’energia termica naturalmente presente nell’ambiente esterno, anche quando fa freddo: si tratta di un altro caso in cui elettrificazione ed efficienza energetica si sposano.